Colore
Bello, vero? Il Colore intendo.
Così vivido, bello… colorato.
Pensavo a quanto sia importante il colore nelle nostre vite e a quanto poco gli diamo importanza.
Pensa se fosse tutto marrone merda ahahah tutto avrebbe lo stesso odore delle defecazioni. Perché addirittura ciò che è colore influenza più del singolo senso della vista. Basta pensare che il prosciutto cotto è grigio e viene reso rosa per ingannare il palato, ma il sapore è sempre quello.
I colori mi piacciono perché influenzano la visione di ciò che è il mondo.
Anche il posto più scuro, colorato dai raggi del sole, può diventare una casa accogliente.
Mi espongo, tanto non faccio il politico.
Giallo = colore più bello del mondo. O almeno, del mio di mondo.
Mi piace il giallo perché illumina, splende, rende tutto più… giallo.
Giustamente.
Mi piace anche notare come il colore possa ingannare. La scala di grigi urla al plagio per questa mia affermazione, ma i miei avvocati sono già al lavoro (🤖).
La vista viene attratta da ciò che vuole più di quanto faccia la nostra consapevolezza. Il senso della vista è ciò che più canalizza l’azione dell’essere umano: ci aiuta, ci guida, ma può ingannare. Proprio per questo esistono altri sensi.
Come San Tommaso, l’essere umano non crede se non vede.
C’è chi dice che l’essenziale sia invisibile agli occhi.
Dipende con quali occhi vedi. Sicuri che ne abbiamo solo 2? E quando chiudi gli occhi, con quali “occhi” vedi ciò che visualizzi? E i sogni?
Quando penso a queste cose, mi viene in mente il Signor Tafazzi che si picchia con la bottiglia le parti intime. Come se l’anima volesse dirmi di fregarmene.
Sei qua, vivi qua.
Stare troppo a teorizzare è come Giacomino che si martella lo scroto.
Probabilmente l’importante è stare con i piedi per terra. E vedere le cose con la propria volontà.
Non è solo la vista ad ingannare: tutto ciò da cui ci facciamo influenzare può causare una visione soggettiva delle cose, piegando le immagini alla nostra visione, trasformando i fatti in realtà. Anna direbbe “te la canti e te la suoni”.
E allora, cosa me ne faccio del colore?